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Antropocene vs "liberazione totale"

 

Se solo lo 0,01% della biomassa (gli umani) sul globo terraqueo produce gli effetti devastanti presenti (e passati), si può parlare di forma cancerogena.

 

L’ antropizzazione predatoria*, o se preferiamo l’antropocentrismo specista, si esprime sino alla diffusa presenza di fossili di ossa di pollo e all’elevata percentuale di mammiferi da allevamento rispetto ai selvatici (di questi, la metà si sarebbe estinta negli ultimi 50 anni). Il pianeta così ci consegna l’immagine di cosa siamo diventati, specie nella forma del buon cittadino bianco massificato, democratico, portatore di diritti e soprattutto figlio del lavoro salariato. L’emblema della matura civiltà è pura mostruosità. Tutta la storia andrà riscritta, in assoluto (se guardiamo alla biosfera) e rispetto alla nostra Storia, perché costruita sempre dai vincitori di turno.

 

Più che per il collasso del capitalismo, collasseremo come specie manu propria: si chiama sesta estinzione di massa per “cause antropiche” e cominciò parecchi millenni fa (si pensi solo alle deforestazioni).

 

Si osserva che “Wildlife is dying out due to habitat destruction, overhunting, toxic pollution, invasion by alien species and climate change”, ossia progressiva riduzione dell’habitat per le altre specie. Ciò che ne incrementa il grado di lotta per l’esistenza. Sicché hanno buon gioco la pletora di documentari naturalistici a carattere “scientifico” nel mostrare come in natura viga solo predazione carnivorista. Mai gioco, riposo empatia o altra vita. È fin troppo facile comprendere come queste ”oggettive immagini del mondo” svolgano solo una funzione apologetica dell’esistente, ossia proiettino sulla natura il nostro acquisito mostruoso modus vivendi. È sempre bene ricordare dunque che la “verità” non risiede tanto in ciò che si afferma, ma nel perché lo si afferma. Il come è proprio degli apparati preposti alla propaganda.

 

Ma si chiama anche in causa la sovrappopolazione ed il sovraconsumo. Può darsi c’entrino, specie il secondo. Ma, anche ora, è la genesi che conta.

 

Come ci fu un tempo in cui alcune civiltà ( e buona parte della vita preistorica tutta probabilmente, a cui dobbiamo invidiare molto) erano capaci di quella che certa filosofia postuma chiamò “empatia cosmica”, oggi come parassiti fagocitiamo ogni cosa, ossia le condizioni materiali che ci permetterebbero di vivere in altro modo un altro mondo, giacché i secoli infine ci hanno consegnato quella semantica nauseante che porta a leggere ogni evento sotto la specie di “risorse” , valori di scambio, ossia sotto le vesti della tirannica  crescita economica.

 

Ci si accorge, che più che lotta di classe nella storia e nella teoria, v’è stata una sorta di anelito, di “sospiro delle creature oppresse” (tutte però) che ha preso la forma di una cultura sapienziale millenaria dalle tante forme e nomi e che invita tutta ad una “liberazione totale” da quanto è stato, secondo tempi e modi rispetto ai quali siamo del tutto impreparati. Un programma massimo tanto massimo non lo avremmo mai immaginato.

 

Un racconto che si re-intitolasse “Notizie da nessun luogo” narrerebbe di come l’uomo cominciò a ritirarsi dalla natura, liberando animali e piante da qualunque recinto, gabbia, prigione e procedura di sterminio, ed in buon ordine, dopo millenni di “condanne di morte a vita”, (ri)cominciò a vivere. Dopo quanto accaduto, anche questa possibilità, solo come possibilità, sta nell’ordine delle cose.

 

Le alternative sono quelle che taluni chiamano già “fughe in avanti” del capitalismo (stoccaggio CO2, scie chimiche, recupero policolture perenni, carne coltivata etc.). Solo il protrarsi di un’agonia, e giusto l’opposto di ciò che decenni addietro si immaginava come il portato positivo del “progresso distruttivo” compiuto dalla società industriale. La tecnica, sino allo stremo, viene ultimata sulla via del compiuto dominio.

 

*Alcuni riferimenti in proposito

 

https://www.pnas.org/content/115/25/6506

 

https://www.pnas.org/content/114/30/E6089

 

http://www.nogeoingegneria.com/effetti/biodiversita/luomo-e-solo-lo-001-degli-esseri-viventi-ma-ha-gia-distrutto-l83-dei-mammiferi-selvatici/

 

https://www.theguardian.com/environment/2018/oct/30/humanity-wiped-out-animals-since-1970-major-report-finds?CMP=share_btn_fb&fbclid=IwAR3jQm694ugGA68i5B3GIj_R-HDyWUx1z3hLnOEHrE9a7XVoSHespKNS_Aw

 

http://quaternary.stratigraphy.org/working-groups/anthropocene/