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la sociologia del salariato

Nella prima fase del ciclo del capitale monetario, L è una delle voci in cui si scinde D. Ora Marx osserva che in questo passaggio il denaro perde il suo carattere di capitale monetario ed assume il carattere di semplice mezzo di circolazione, di pagamento, giacché dal lato del lavoratore quel D-L sta per L-D (=M-D). Il lavoratore percepisce un salario con il quale acquista merci atte a riprodurne la forza lavoro (si tratta bensì di consumo produttivo, ma non produce plusvalore - non è una attività che realizza pluslavoro - semmai ne consente la realizzazione, tradotto: non è una attività produttiva; ciò en passant ci consente di individuare un parametro per distinguere le attività produttive dai semplici consumi, per poi distinguere tra questi i riproduttivi della forza-lavoro dai non riproduttivi, ad esempio output militari, che infatti vanno considerati dal lato degli investimenti un costo per il sistema economico, ossia drenano plusvalore, di là dal fatto che le singole imprese implicate in tale genere di produzione estraggano plusvalore ed abbiano un profitto netto). Dal lato del suo comportamento sociale siamo in L-D-M (=M-D-M), ossia nell’ambito della circolazione semplice delle merci, in cui D è appunto solo mezzo di circolazione. Egli vende la sua forza-lavoro nel processo produttivo (L-D) e riceve un salario col quale acquista altre merci fuori dal processo produttivo, diciamo nel tempo libero (D-M). Ora, si comprende perché sembra che i comportamenti collettivi ed individuali dei salariati portino questi a pensare che caratteristica normale e quasi naturale della società nella quale vivono sia quella indotta da quanto descritto, ossia da questa appendice del ciclo del capitale monetario, in cui per essi la forza-lavoro è una merce come le altre che una volta venduta contro denaro-capitale consente uno scambio equivalente con altre merci: ossia che la merce da loro venduta valga tanto denaro quanto merci equivalenti e ciò come segno distintivo dell’economia interamente monetaria, in cui la merce è "la forma generale della ricchezza". Il risultato pratico è che tutt’al più essi giungono a ritenere giusto o naturale spingersi solo fino a chiedere la “giusta mercede” (la famigerata coscienza sindacale). Il primo momento del ciclo del capitale monetario, quello in cui il capitalista attraverso l’investimento in M (Pm + L) trasforma il capitale monetario in capitale-merce e produce la famosa domanda o consumo dei lavoratori di cui sopra, ed in cui attraverso il processo produttivo (…P…) fa sì che quanto acquistato produca plusvalore dunque sia superiore a quanto pattuito in forma di valore espresso nel salario, questo primo momento si diceva non ha determinato alcunché dal lato del comportamento dei lavoratori: essi ritengono naturale farsi pagare quanto dovuto ed oltre ciò pare mai andranno. Questa è stata sinora la sociologia del lavoratore e la ragione per la quale i salariati identificano le risorse in beni e servizi con il loro valore di scambio ( feticismo delle merci), K. Marx, Il Capitale, secondo vol., pp. 33,34.  04/09/2009